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Janua Major del Duomo di Benevento

la Janua Major é caratterizzata da uno stile prettamente romanico, tale da essere definita da Adolfo Venturi come " Il maggior poema sacro dell'età romanica del mezzogiorno d'Italia" numerosi sono stati gli studiosi.... a queste numerose tesi, si é aggiunta l'ipotesi avanzata dalla studiosa Paolo Della Pergola secondo cui la Porta sarebbe da attribuire a due artisti distinti a causa di alcune differenze di stili. Tale tesi è stata analizzata anche dallo studioso Mario Rotili. Nel 2013 è stato ipotizzato da Giovanni De Noia che gli autori dell'opera fossero addirittura tre, avanzando i nomi di Bonanno Pisano, Barisano da Trani e quello tradizionalmente attribuito di Oderisio da Benevento. Seconda tale tesi, le prime due file di pannelli sarebbero da attribuire ad Oderisio da Benevento, i successivi 28 pannelli a Bonanno Pisano e gli altri 29 a Barisano da Trani. Edoardo Mottini ha affermato:"la sicurezza della composizione e la vivacità plastica sono singolari in quest'opera importante. La Porta del Duomo di Benevento annunzia e promette i miracoli fiorentini dei secoli successivi.:Margotti l'ha definita invece :"Il capolavoro dell'arte Beneventana". Lo studioso dell'opera Giovanni De Noia sostiene che Donatello si sia ispirato a sette pannelli della Janua Major per attingere da essi gli elementi costitutivi delle sue opere conservate a Padova.

Fonte: Wikipendia Enciclopedia libera

 

Benevento e la sua Janua Major

Relazione del Dott. Giacomo de Antonellis al Palazzo del volontariato di Benevento il 18 dicembre 2013.

"....Trovandomi fuori sede,desidero comunque partecipare al dibattito sul tema esprimendo un'opinione con la chiave di volta di operatore culturale anziché quella dello studioso di storia. Mi ritengo sopratutto un uomo curioso nel senso lato della parola e per tale ragione-da quando vivo a Benevento-ho cercato di approfondire gli aspetti più esaltanti di questa città. L'Arco di Traiano, il complesso del Museo del Sannio, i reperti del culto egizio, la Rocca dei rettori, il Teatro Romano e la conca del fiume Calore per non parlare del passato vicino e remoto (come testimoniano i cinque stemmi sul lato settentrionale del campanile di Santa Sofia) vissuto da questo territorio di stirpe sannita, divenuta poi municipio romano,quindi epicentro longobardo, per quasi otto secoli sotto la sovranità pontificia,infine collegata al resto della Nazione italiana. In primissimo piano il Duomo, perno essenziale di tale straordinario patrimonio. Terremoti, incendi, devastazioni naturali e incursioni di eserciti stranieri non riuscirono mai ad annientare il monumento. Vi riuscirono invece, dopo undici secoli, le bombe del1943....dal fuoco bellico non si salvarono la magnifica porta di bronzo e le sue consorelle laterali che assieme offrivano al popolo il simbolo della Trinità. Molti studiosi si sono alternati nel descrivere l'opera. Ricordo a volo Sergio Angelucci, Salvatore Basile,Paola Della Pergola, Barbier De Montalt, Ferdinando Grassi, Claudio Marinelli, Almerico Meomartini, Mario Rotili, ma grande il merito di Giovanni De Noia per aver approfondito e scoperto importanti particolari sulle 72 formelle di cui ci offre le singole illustrazioni con parallele spiegazione artistica e storica. Inoltre De Noia ha sopratutto il merito di aver affrontato il delicato tema dei vari autori di questa Janua Major, ma perché non definirla maxima considerazione la sua preziosità? Che egli indica nei maestri Oderisio da Benevento,Barisano da Trani e Bonanno Pisano, e non si tratta di semplici supposizioni ma risultati scaturiti da analisi, confronti, studi , contatti, fonti iconografiche....ecco il motivo per cui dobbiamo dare atto alle capacità di Giovanni De Noia nel proporci una lettura quanto comprensibile di questa eccelsa Janua Major.

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